Da Vinci’s Demons, riassunto 1×04

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Da Vinci’s Demons, riassunto 1×04

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1×04 Il mago

Durante il tempo trascorso a dipingerne il ritratto, i sentimenti, ricambiati, di Leonardo verso Lucrezia diventano sempre più forti, mentre Giuliano tenta di convincere il fratello della buona fede di Becchi. Nel frattempo, Papa Sisto IV e il membro appartenente al casato fiorentino rivale dei Medici, Francesco de Pazzi, stringono alleanza mentre Riario uccide tutti i lavoratori della miniera di allume dei Medici, impadronendosene, lanciando un chiaro segnale di guerra a Lorenzo e Giuliano. Quest’ultimo va da Becchi, imprigionato nelle segrete, rimarcandogli la convinzione della sua innocenza, e il precettore gli prega di trovare la vera spia una volta che lui sarebbe stato giustiziato. Firenze predispone le dieci spingarde di Leonardo lungo tutto il perimetro della città nell’attesa dell’arrivo delle truppe romane guidate da Riario. Leonardo, Lorenzo e Quattrone incontrano il nipote del Papa alla periferia di Firenze. Il conte Riario, per nome del Pontefice, chiede l’accondiscendenza alla nomina di Francesco Salviati come arcivescovo di Pisa, all’assoluzione di ogni debito della Chiesa verso la Banca dei Medici e i servigi presso il Vaticano di alcuni artisti fiorentini tra i quali Sandro Botticelli e lo stesso Da Vinci. In caso contrario, le truppe romane avrebbero occupato Firenze, e nemmeno le spingarde di Leonardo, dal momento in cui ne erano state svelate il numero da Giuliano, avrebbero potuto fermarli. Riario concede un giorno ai Medici per ponderare l’offerta e Lorenzo è costretto a chiedere a Leonardo la produzione di molta più artiglieria. In cambio del suo lavoro, Clarice Orsini mostra a Da Vinci il ritratto del “Mago”, ovvero il nonno di Lorenzo, Cosimo de Medici, figura a cui era legata la statuetta che tanto aveva affascinato Leonardo e che gli viene regalata dalla stessa Orsini. Giuliano chiede a Lucrezia il suo aiuto per trovare la vera spia, ignorando che proprio lei era la talpa all’interno della corte dei Medici. Il tempo concesso da Riario sta per scadere e Leonardo non ha ancora trovato un modo per respingere il numeroso esercito romano. Viene raggiunto da Lucrezia che tenta di confortarlo, e i due finiscono nuovamente a letto. L’ispirazione gli giunge vedendo andare in frantumi un melograno. Il giorno dopo, proprio quando Lorenzo è sul punto di arrendersi a Riario, Leonardo gli mostra la sua ultima invenzione: la bomba a grappolo, la quale una volta fatta scoppiare rilasciava ulteriori frammenti esplosivi in grado di abbattere anche una dozzina di nemici. Da Vinci dà una dimostrazione a Riario dell’esplosivo su scala ridotta, inducendo lui e il suo esercito a ritirarsi. Solo successivamente Leonardo confessa a Lorenzo che il suo è stato unicamente un bluff, in quanto non avrebbe potuto in una sola notte riprodurre una tale artiglieria in grande scala. Quella notte, Lucrezia si reca da Becchi, e, confessandogli di non desiderare vederlo morire agonizzando sulla forca, lo uccide pugnalandolo con una lama impregnata di un veleno proveniente dagli Archivi Vaticani che garantisce una morte rapida e indolore senza lasciare alcun segno, lasciando accanto al corpo una bottiglietta vuota in modo da farlo sembrare un suicidio. Lorenzo e Giuliano rinvengono il corpo senza vita di Becchi e, proprio come previsto da Lucrezia, ipotizzano che l’uomo abbia ingerito del veleno per togliersi la vita. Successivamente, studiando il ritratto di Cosimo de Medici, Leonardo giunge alla conclusione che il Mago era un Figlio di Mitra. L’euforia di Da Vinci dura però per poco tempo, perché durante la festa indetta dai Medici in suo onore, viene arrestato da Dragonetti su accusa da parte di Francesco de Pazzi per sodomia.