Da Vinci’s Demons, riassunto 1×05

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Da Vinci’s Demons, riassunto 1×05

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1×05 La Torre

Lorenzo e Clarice cercano di convincere il Re Ferdinando e la Regina Elisabetta di Spagna ad utilizzare la Banca dei Medici per un contributo fiscale ed economico indispensabile per la sopravvivenza di Firenze. A tale scopo, Clarice sceglie Giuliano come uomo adatto a convincerli. Il minore dei Medici decide dunque di mettere in atto una rappresentazione teatrale del Decamerone per impressionare i reali di Spagna. Lorenzo non risulta favorevole a tale scelta in quanto il Decamerone avrebbe potuto presentare scene di sessualità spinta che Ferdinando e Elisabetta, ferventi cattolici credenti, non avrebbero gradito. Piero Da Vinci viene eletto come difensore del figlio Leonardo durante il suo processo riguardo alle accuse di sodomia ai danni di Jacopo Saltarelli, giovane prostituto cui Leonardo più volte aveva rifiutato di ritrarre. Piero si rende subito conto che le accuse verso Leonardo sono un complotto politico ordito da Francesco Pazzi e il suo casato, alleato di Roma, per screditarlo, per stessa rivelazione del corrotto giudice del processo. Leonardo, tramite Piero, si fa procurare da Zoroastro e Nico alcuni materiali al mercato popolare. Dopo aver rinvenuto alcuni studi sull’anatomia umana nascosti nella bottega di Verrocchio, la posizione di Leonardo si aggrava sempre di più. Il ritrovamento degli schizzi sulla statuetta dei Figli di Mitra, raffigurante, a detta del giudice, un dio pagano, spinge Francesco Pazzi nel chiedere la condanna a morte per stregoneria. Lucrezia, coinvolta nel complotto, chiede a Pazzi di risparmiare Da Vinci dal rogo. La donna chiede aiuto anche a Lorenzo, il quale però non ha intenzione di compromettere ulteriormente la sua posizione per Leonardo. Piero chiede a quest’ultimo di ammettere le proprie colpe per una riduzione della pena, ma Da Vinci non è d’accordo e si rende conto che il padre provava un tale risentimento nei suoi confronti perché gli ricordava tanto la madre, la donna che lo aveva lasciato per sparire nel nulla. Seguendo le direttive di Leonardo, Zoroastro s’intrufola nella torre in cui era prigioniero, sostituendosi a lui nella cella. Travestito da guardia, Da Vinci fugge dalla torre e cattura il giudice corrotto. Intanto, Giuliano decide di procedere per conto proprio, senza alcuna censura alla rappresentazione teatrale. In cima alla torre, Leonardo usa del collante per unire nell’atto sessuale il giudice con un maiale, sfruttando il materiale fornitogli dai suoi amici per proiettare sul cielo di Firenze l’immagine di quella sodomizzazione durante la messa in scena del Decamerone. Per evitare tale umiliazione, il giudice è costretto a firmare gli atti che liberano Leonardo da ogni accusa avanzatagli dai Pazzi. Il giorno dopo, Leonardo viene rilasciato mentre Ferdinando, ammirato dal modo in cui Lorenzo e Giuliano governavano la città senza tirannia, accetta di utilizzare la Banca dei Medici come fondo monetario del Regno di Spagna. Dopo aver ricevuto in dono da Lucrezia il proprio anello, Leonardo viene di nuovo a confronto con il Turco, che lo spinge a rievocare un ricordo della sua infanzia. Avventuratosi in una caverna, il giovane Da Vinci incontrò un uomo sofferente appeso a testa in giù: lo stesso Leonardo Da Vinci invecchiato di qualche anno.