Film in tv, lunedì 18 agosto su Rai 3 I soliti ignoti

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Film in tv, lunedì 18 agosto su Rai 3 I soliti ignoti

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I soliti ignoti è un film del 1958 diretto da Mario Monicelli.

Cosimo e il vecchio “Capannelle”, due ladruncoli di Roma, tentano di rubare un’autovettura ma vengono colti in flagrante dalla polizia: il primo viene arrestato mentre l’anziano riesce a fuggire. Detenuto nel carcere di Regina Coeli, Cosimo apprende da un altro detenuto un piano per un colpo di facile realizzazione presso il Monte di Pietà, così incarica Capannelle di trovare una pecora, termine gergale malavitoso per qualcuno che dietro compenso sconti la pena al posto di un altro.

Capannelle si rivolge a degli amici dell’ambiente – il prestante Mario, il siciliano Michele detto “Ferribotte” e il fotografo Tiberio – ma visto il rifiuto deve ripiegare tra gli incensurati, optando per Peppe “er Pantera”, un pugile suonato che va puntualmente al tappeto. Il Commissario tuttavia non si lascia ingannare e lo fa condannare con Cosimo. Durante la detenzione Peppe fa credere a Cosimo di aver subito una lunga condanna perché quest’ultimo gli confidi i piani per il furto ma in realtà egli sta per “uscire” il giorno stesso avvalendosi della condizionale. Dovendo restituire agli amici il denaro sottoscritto per l’incarcerazione, decide di assoldarli per il colpo.

Il piano consiste nel raggiungere la stanza dell’ente dove è sita la “comare”, ovvero la cassaforte, introducendosi in appartamento contiguo, ritenuto disabitato, e abbattere la parete comunicante. Per mezzo di un filmato, fatto con una cinepresa rubata da Tiberio al mercato di Porta Portese e sottoposto in visione da Dante Cruciani, un noto ladro a riposo che svolge oramai il ruolo di “consulente”, la banda viene da questi istruita sulle modalità per realizzare il colpo.

Le cose tuttavia si complicano: l’appartamento è abitato da due donne anziane con una graziosa ragazza a servizio. Peppe si incarica di sedurre la giovane per ottenere informazioni. Nel frattempo Cosimo, uscito dal carcere grazie a un’amnistia, raggiunge la banda per vendicarsi, ma viene tramortito da un pugno di Peppe che gli offre di partecipare al furto alla pari con gli altri. Cosimo rifiuta per orgoglio, ripiegando miseramente in uno scippo e restando ucciso travolto da un tram.

Una sera arriva per la banda il momento buono per il colpo, approfittando dell’assenza delle proprietarie. Mario però rinuncia e in cambio promette di vegliare su Carmelina, sorella di “Ferribotte”, con la quale è sorta una sincera relazione. Dopo varie difficoltà i quattro “soci” rimanenti riescono a introdursi nell’appartamento da una finestra, scoprendo che la porta di ingresso è rimasta aperta per sfregio dalla domestica prima di licenziarsi. Demolendo la parete designata nel piano i quattro si ritrovano però ancora nell’appartamento, in quanto le proprietarie hanno di recente cambiato la disposizione dell’arredamento. Vista l’ora ormai tarda la banda è costretta a rinunciare, favorendo della pasta e ceci rimasta nel frigorifero. Una falla provocata dai ladruncoli a un tubo del gas causa un’esplosione alla quale sopravvivono, battendo in una comica ritirata ancora più laceri e disastrati di prima.

Alle prime luci dell’alba la banda mestamente si scioglie. Tiberio si reca in tram per riprendersi suo figlio, lasciato in custodia a sua moglie detenuta a Regina Coeli per contrabbando. “Ferribotte” rincasa e Capannelle, rimasto solo con Peppe, attrae l’attenzione di due gendarmi in bicicletta. Mescolatisi con degli aspiranti manovali asserragliati a un cancello di un cantiere, Peppe viene assunto suo malgrado e Capannelle scartato.

Un trafiletto di cronaca su un quotidiano riporta l’ennesima irruzione in un appartamento da parte dei “soliti ignoti”, il cui misero bottino è il piatto di pasta e ceci.