Le mani dentro la città, riassunto terza puntata

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Le mani dentro la città, riassunto terza puntata

Le mani dentro la città

Mentre Viola Mantovani (Simona Cavallari) affronta il dolore per la morte del padre, la famiglia dei Marruso festeggia don Carmine (Andrea Tidona), uscito dal coma. Viola non riesce ad accettare l’idea di non poter far nulla per ottenere giustizia, in quanto la procura non intende procedere nei confronti del poliziotto che ha provocato la morte dell’uomo. L’autopsia non ha dimostrato alcuna connessione tra le percosse e l’infarto di suo padre. Per cui il caso è chiuso. L’agente Ventura (Viola Sartoretto) decide di sua iniziativa di proseguire nella sua attività di infiltrata nella discoteca dei Marruso, senza l’autorizzazione dell’ispettore Benevento (Giuseppe Zeno). L’agente viene scoperta e uccisa da Pinuccio (Marco Rossetti).

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La Mantovani, intanto, senza dire niente a nessuno rassegna le dimissioni, ma Benevento non è d’accordo e cerca di farle cambiare idea. L’ispettore vuole vendetta per Giulia, non ha nessuna intenzione di arrendersi e va ad affrontare Pinuccio. Per fortuna l’intervento di Ercolani (Massimiliano Gallo) e Pinchera (Denis Fasolo) salvano l’ispettore da un’azione troppo impulsiva. Nel frattempo, Pinuccio tende una trappola a suo cognato Nico, mandandolo in Colombia come garanzia per il carico di droga che sta per arrivare. Vuole liberarsi di lui definitivamente, infatti, fa in modo che il trafficante uccida Nico, non facendo arrivare i soldi per la droga. L’agente Ventura prima di morire ha lasciato un messaggio in segreteria a Benevento, l’ispettore però non riesce a trovare la droga che dovrebbe arrivare con una partita di pesce dall’Africa. Ancora una volta, Pinuccio riesce a fregarlo. Fulvio (Giulio Beranek), intanto, organizza un ricatto sessuale coinvolgendo Fumagalli, un politico che in consiglio comunale si oppone alla variante edilizia. Fumagalli, però, prima di suicidarsi, continua ad opporsi in consiglio alla variante e fa in modo che venga ritirata dal sindaco, facendo saltare così il piano. Viola decide di tornare in servizio, il questore (Ninni Bruschetta) è molto contento, e informa il commissario che la morte del padre non è del tutto casuale: a ordinare lo sgombero è stato il prefetto in persona, costretto dalle pressioni di qualcuno dall’alto.