Squadra Antimafia 5, riassunto 8^ puntata

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Squadra Antimafia 5, riassunto 8^ puntata

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5×08 La vendetta di Achille Ferro

Domenico Calcaterra rimane ferito nell’esplosione del disco-bar, ma nonostante questo cerca di inseguire e arrestare Dante Mezzanotte e Oreste Ferro, che si danno alla fuga insieme all’esecutore dell’attentato. Ovviamente ad avere la peggio è il poliziotto, al quale non rimane poi che stare una settimana in ospedale. Intanto Francesca Leoni intende dare il suo contributo alle indagini sul padre, ancora latitante, e per questo insieme a Palladino e al magistrato, procede all’apertura di una cassetta di sicurezza dell’uomo, dove ci sono documenti scottanti che riguardano l’appalto di Baia d’Angelo. In tutto questo Veronica Colombo è molto preoccupata per il suo coinvolgimento nelle indagini, e chiede ad Achille di far sparire un ragioniere, amico del Leoni, che sa troppe cose sui loro affari. Ma anche la polizia è sulle tracce dell’uomo, grazie ai documenti trovati nella cassetta di sicurezza, e stavolta ad avere la meglio – dopo una sparatoria con i malviventi – sono proprio gli agenti, che arrestano il ragioniere. Francesca durante l’operazione riceve una telefonata di suo padre, che promette di costituirsi ma solo con lei. Per questo dovrà raggiungerlo a Roma, dove si nasconde. La ragazza decide di dar retta al padre e senza dire nulla ai colleghi parte alla volta della capitale, non accorgendosi che in aeroporto è stata vista da Veronica. Quest’ultima informa subito Achille, che le mette alle calcagna dei suoi uomini su Roma, ordinando loro di uccidere lei e suo padre. Nel mentre a Catania la guerra di mafia non si ferma e stavolta è Achille a colpire, facendo uccidere alcuni degli uomini di suo padre Oreste. Grazie all’intuito di Palladino, lui, Calcaterra e Sciuto si mettono sulle tracce di Francesca, che sembra sparita nel nulla. Dal ragioniere arrestato scoprono che Leoni ha una villa a Roma di cui la famiglia non è a conoscenza, e potrebbe nascondersi lì. I tre poliziotti, senza dire nulla a Lara partono alla volta di Roma. Francesca riesce a raggiungere suo padre, ma non si è accorta che tre uomini di Ferro l’hanno seguita. Quando se ne accorge è troppo tardi, e si trova sotto fuoco nemico, al quale deve rispondere. Per fortuna i suoi colleghi arrivano a darle una mano e la ragazza e suo padre si salvano. Domenico decide di mettere sotto torchio Leoni, che alla fine ammette di essere complice proprio della Colombo, spaventato dalle minacce di Calcaterra. Ora non resta che riportare l’uomo a Catania e farlo testimoniare davanti al magistrato. La notizia dell’arresto di Leoni arriva ad Achille, che informa Veronica. Per la donna potrebbe essere la fine, se non fosse che il mafioso ha un’idea: manda i suoi uomini a minacciare l’avvocato di Leoni. Dovrà andare in commissariato a portare un messaggio al suo assistito: se parla e accusa la Colombo, sua figlia pagherà con la vita. Lara intanto è furiosa con Domenico, non solo perché le ha nascosto la trasferta a Roma, ma anche perché continua a indagare su sua sorella senza che ci siano prove contro di lei. Quando durante l’interrogatorio Leoni ritratta tutto per Domenico è la fine: capisce che Veronica ha vinto ancora e se ne torna infuriato a casa. Oreste decide che è arrivato il momento di rimettere suo figlio al suo posto, senza spargimenti di altro sangue. Per questo si presenta davanti alla Commissione, per far capire agli altri boss che con Achille sono tutti in pericolo. E il suo piano sembra funzionare. Calcaterra a casa si ubriaca e – quando sente al telegiornale che quella sera ci sarà una cena di gala per la raccolta fondi della Colombo – decide di andarci per urlarle in faccia tutto il suo disprezzo. Alla festa c’è anche Lara, che non si accorge subito della presenza di Domenico, se non quando è troppo tardi: il vice questore sta già accusando Veronica di essere una mafiosa, promettendole di incastrarla quanto prima. Intanto, prima dello scontro con Calcaterra, la Colombo si è vista con un russo, che sembra essere invischiato nei suoi affari. A recuperare Domenico, per evitare che la sua posizione si aggravi, ci pensano Pietrangeli – messo sempre peggio con la sua schiena – e Sciuto. Solo loro riescono a riportare Calcaterra alla calma, e quando il vicequestore sta andando via vede e riconosce l’uomo russo, che riconoscere essere un affiliato della mafia russa tenuto sotto controllo dall’Iterpool, senza che si sia però mai trovato nulla a suo carico. Tornato in commissariato con i suoi uomini e Sciuto, Domenico capisce che è da lì che bisogna ripartire per incastrare Veronica: certamente c’è la mafia russa dietro la speculazione di Baia d’Angelo.