Rome serie tv – Riassunto 2×04 – 2×05

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Rome serie tv – Riassunto 2×04 – 2×05

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2×04 Testuggine e lepre

Servilia è ancora decisa a vendicarsi su Azia e su tutta la sua famiglia. Il suo piano è di mandare un servo ad avvelenare la donna. Ma il progetto salta e lo schiavo viene torturato finché non confessa il piano, indicando Servilia come mandante. Azia, furibonda, fa catturare la donna allo scopo di torturarla a morte. Timone, un mercenario di origine ebraica alle dipendenze di Azia, si rifiuta di infliggere il colpo di grazia alla donna e le permette di scappare, risparmiandole la vita.

Nel frattempo Tito Pullo è in cerca di Lucio Voreno, arruolatosi nell’esercito di Marco Antonio. Segue pertanto la sua scia di distruzione e morte fino alle legioni dell’amico. Dopo averlo trovato gli comunica che i suoi figli sono ancora vivi, fatti schiavi da un piccolo nobile locale. Lucio, con il permesso di Marco Antonio, lascia l’esercito alla ricerca dei propri figli.

Agrippa viene inviato da Cesare Ottaviano a Roma, al cospetto della sorella, per comunicarle l’esito delle sue vittorie. L’esercito di Cesare è riuscito a mettere in fuga Marco Antonio a nord, nelle Gallie. Ormai stanco di rincorrere il rivale, Ottaviano decide di ritornare a Roma.

Lucio nel frattempo trova i suoi figli e li libera dalla schiavitù. La figlia è stata obbligata a prostituirsi mentre il maschio, che è solo un bambino, lavora come schiavo.

2×05 Gli eroi della repubblica

Timone sentendosi in colpa per aver inflitto torture a Servilia, nell’intento di espiare i propri peccati si riavvicina alla fede. Passa più tempo con la famiglia (che negli ultimi tempi aveva trascurato lasciando al fratello maggiore il ruolo di capo-famiglia), e in sinagoga.

Marco Antonio, ormai nuova guida delle legioni che prima furono comandate da Giulio Cesare, circondato da un ormai esiguo pugno di uomini è alla continua ricerca delle truppe di Bruto e Cassio.

Cesare Ottaviano tornato a Roma riceve in segreto Cicerone, rimasto uno dei politici di rilievo nella città e contratta con lui la possibilità di essere eletto console. In città reincontra la sorella e la madre, con la quale c’è un po’ di attrito visto che anni addietro lei lasciò che l’amante Marco Antonio lo picchiasse. Agrippa, braccio destro di Ottaviano nutre un profondo sentimento per Ottavia e si dichiara alla donna che però non sembra interessata e continua a trascorre le serate tra festini mondani circondata da alcol e donne.

Lucio Voreno torna con la famiglia (le due figlie e il figliastro) a Roma. La villa dove abitavano è stata in parte ricostruita dall’incendio che l’ha devastata. Nei mesi in cui Voreno è mancato da casa un suo amico ha portato avanti le attività ludiche di giochi d’azzardo e prostituzione che l’ex Magistrato dell’Aventino era riuscito ad organizzare. Nel tentativo di fermare l’ondata di violenza che dilaga nelle strade della città, Lucio Voreno si presenta dai suoi rivali negli affari Memmio e Cotta proponendogli una tregua. Da quando è tornato in Roma, Lucio tenta in tutti i modi di riallacciare i rapporti con ciò che resta della sua famiglia, e copre loro di premure, ma le figlie piene di rancore e risentimento, disprezzano il padre nonostante tutti i suoi sforzi di riconciliazione.

Nel frattempo a nord Marco Antonio offre il comando in seconda a Lepido, vecchio generale il cui esercito si è sparpagliato alla vista dell’esercito di Marco Antonio.

A Roma Ottaviano viene eletto console, e rompendo l’accordo che aveva stipulato con Cicerone dichiara Bruto e Cassio assassini (in quanto parteciparono al cesaricidio) e nemici dello Stato. Cicerone scrive una lettera ai due generali, che al momento detengono l’esercito più imponente, mettendoli in guardia.

Ottaviano temendo un colpo di Stato si dirige da Marco Antonio per alleare i due eserciti contro gli uomini di Bruto e Cassio adesso alleati con Cicerone.